Era il 2009 quando conobbi per la prima volta le meraviglie della filigrana cinese.
Mi trovavo a Pechino per lavoro e tra un appuntamento e l’altro scoprii per caso, in una zona decentrata della città, un piccolo edificio occupato solamente da antiquari e artigiani, un ridottissimo marché aux puces in versione pechinese.
La maggior parte dei bottegai erano chiusi ma passai comunque delle ore a sbirciare attraverso le loro vetrine buie e polverose.
Solo una signora aveva tenuto aperta la porta del suo negozietto in fondo ad un corridoio. Non feci in tempo a chiederle il permesso di visitare la sua bottega che l’occhio mi cadde sulla teca al suo fianco: all’interno c’era ogni genere di pietra e gioiello. Ma furono dei bracciali in filigrana ad incantarmi, non ne avevo mai visti così.
Si trattava di bracciali articolati a più elementi, alcuni con gemme cabochon, altri con giade, placchette in osso e avorio finemente intagliate e scolpite. Non erano stati lucidati da un po’, ma la qualità della filigrana d’argento era talmente straordinaria da non temere la patina del tempo.
L’antiquaria mi raccontò che erano gioielli realizzati nella prima metà del ‘900 per l’esportazione all’estero, soprattutto in Inghilterra, o per il commercio all’interno delle concessioni straniere in Cina.
Mi ripromisi che li avrei cercati ancora e non me li sarei fatti scappare qualora li avessi ritrovati sul mio cammino.
Chi ci segue da un po’ avrà sicuramente intravisto nelle nostre vetrine – reali ed online – nel corso degli anni dei bracciali come quelli descritti sopra. Eccovene alcuni (non più disponibili):