Del Fontego dei Tedeschi si è parlato a lungo negli ultimi anni e le polemiche si sono inevitabilmente amplificate a seguito della riapertura con il nome “T Fondaco”.
Di recente era impossibile non leggere o sentire – nei bacari, in coda al mercato di Rialto o in vaporetto – le opinioni contrastanti dei veneziani sulla nuova attrazione in città.
Otto lunghi anni di restauro hanno inoltre contribuito ad aumentare il senso di attesa che ha preceduto il levarsi del sipario.
Abbiamo visitato il Fontego qualche giorno dopo la sua apertura, per potercelo godere in tranquillità in assenza della massa di curiosi subito accorsa ad ammirare il cambiamento.
Per noi, così come credo per qualsiasi veneziano abituato a vivere in una città dagli spazi limitati, a volte angusti e bui, trovarsi al cospetto di uno spazio talmente vasto e di così ampio respiro è stata una vera riscoperta.

Non ci eravamo certo dimenticati le colonne, le arcate e la grande corte centrale che in precedenza avevano accolto gli uffici delle Poste Venete, ma otto anni sono tanti e i ricordi e le sensazioni tendono a svanire.
Il Fontego, in prossimità del Ponte di Rialto e affacciato sul Canal Grande, si struttura su tre piani, un lucernario e una grande terrazza con un’esclusiva vista panoramica, ora liberamente accessibile al pubblico (forse il fiore all’occhiello dell’intera opera di restauro).
L’attenzione per i dettagli è evidente: dai magnifici tessuti Rubelli che adornano le balconate interne, all’essenza di thé verde e muschio bianco diffusa nell’aria, dalle luci ben disposte e dosate in ogni ambiente (anche lungo le scalinate di passaggio), agli scorci sul quartiere circostante rivelati dalle innumerevoli finestre dei piani.
I restauri hanno saputo ben integrare la modernità e lo sfarzo richiesti a qualsiasi grande centro commerciale di lusso, con i dettagli architettonici e storici della struttura d’origine. Certo, la splendida vera da pozzo che per secoli ha troneggiato al centro della corte centrale è stata trasferita qualche metro più in là per dare spazio ad un punto informazioni (sgarro imperdonabile a detta di molti), e altri elementi hanno subito un simile destino.

Queste le nostre impressioni sul contenitore.
E riguardo il contenuto?
T Fondaco ospita attualmente 65 boutiques di alta moda nel settore del vestiario, degli accessori e dell’alimentare, il “minimo sindacale” per una qualsiasi città di carattere internazionale e cosmopolita come Venezia nel 2016.
E’ stata data indubbia visibilità ai prodotti d’artigianato locale di alta gamma: tessuti, vetri, accessori di pelletteria e prodotti DOC della zona.
Tuttavia la sensazione è che un centro commerciale con tale declinazione non sia rivolto a chi Venezia la abita e la vive.
E’ sufficiente osservare la cartellonistica all’interno: grandi scritte promozionali prima di tutto in cinese e poi, in dimensioni ridotte, in inglese.

Ed è proprio alla clientela orientale che il Fondaco vuole strizzare l’occhio, ne sono ulteriore testimonianza i numerosi giovani commessi di madrelingua cinese che con grandi sorrisi accolgono i gruppi di visitatori del Regno di Mezzo.
Se uno dei fini del Fondaco era anche quello di promuovere il territorio con prodotti locali, stupisce che non sia stato dedicato uno spazio alle meraviglie create dai piccoli artigiani presenti in città, meno rinomate magari dei grandi marchi, ma la cui originalità e qualità possono spesso concorrere ad armi pari.

E un’ulteriore domanda sorge agli amanti della carta stampata come noi: com’è possibile che il progetto non abbia incluso l’apertura di una libreria?
Insomma, il Fondaco ha senza dubbio portato quella ventata di novità e di modernità invisa ai più, ma a cui Venezia non poteva sottrarsi oltre.
Il messaggio però è chiaro: per il momento nessuno spazio per i prodotti di alta qualità dei piccoli e medi imprenditori ed artigiani del luogo, nessuna mano tesa verso la potenziale clientela veneziana.
Da residenti possiamo solo consolarci al pensiero di avere in città un luogo in più in cui la massa di turisti possa defluire riducendo la pressione nelle calli.
Ed è pur sempre uno splendido luogo in cui poter trascorrere un po’ di tempo al coperto, circondati da belle cose e lasciandosi tentare da qualche acquisto.
