Mitologia in tessere

Quando si parla di “classicismo” o “neoclassicismo” il mio primo pensiero vola – banalmente – verso il mio libro d’arte del liceo. Mi ricordo il susseguirsi di immagini di statue, affreschi e mosaici greco-romani che mi scorrevano sotto gli occhi, pagina dopo pagina. Che meraviglia quei corpi così armoniosi, fasciati da finissime vesti drappeggiate, con i loro movimenti, seppur accennati, fissati nel marmo e sulle pareti nei secoli dei secoli.
E poi, i miti antichi. Come non rimanerne affascinati: perdersi nelle storie e nelle leggende degli dei è un viaggio alla ricerca di quel che siamo stati e di quello che idealmente vorremo di nuovo essere.

Il mito, sempre diverso e sempre lo stesso ad ogni nuovo racconto, fa parte della nostra cultura. Le vicende dell’Olimpo, originali e bizzarre ma sempre memorabili, hanno accompagnato molti di noi sin dall’infanzia e fanno parte della nostra eredità mediterranea.
Per cui immaginatevi la mia sorpresa nello scovare in tre opere d’arte così incredibilmente piccole la sintesi perfetta del nostro patrimonio culturale. 
A prima vista possono sembrare dei cammei, ma se si guarda con più attenzione è possibile scorgere le intersezioni create dalle tessere di micromosaico. 

Il nostro rarissimo trittico di elementi neoclassici raffigura Era (o Persefone), Eros e Ganimede. 

Era/Persefone

Ci siamo a lungo interrogati sull’identità della figura femminile raffigurata nel primo elemento. Da una parte, dicevamo, potrebbe trattarsi di Era, la quale in passato veniva di sovente raffigurata con un melograno posato sul palmo della mano (emblema del sangue fertile e al contempo della morte) e con uno scettro.
Figlia di Crono e di Rea, Era fu prima sorella e poi moglie di Zeus, e come tale sovrana dell’Olimpo. Nell’Iliade è orgogliosa, facile ai litigi, ostinata e gelosa. Nella Guerra di Troia parteggiò per i greci, odiando i troiani per il giudizio di Paride.
Considerata una delle divinità più importanti, era venerata come protettrice dei matrimoni, della fedeltà coniugale e del parto.

Era/Persefone - Ingrandimento

Tuttavia, dopo ulteriori ricerche e riflessioni, ci siamo persuasi che la dea ritratta nel micromosaico potrebbe altresì essere Persefone.
Figlia di Demetra (dea della fertilità, del grano e dell’agricoltura) e Zeus, venne rapita dallo zio Ade (dio dell’Oltretomba) mentre raccoglieva dei fiori nella piana di Nysa. Si narra che dal prato fiorito spuntò un narciso di straordinaria bellezza; nel protendere le mani per raccoglierlo si aprì alla base del fiore una voragine da cui emerse il re dei morti che la rapì per sposarla.
Una volta negli Inferi le venne offerta della frutta: Persefone, senza appetito, si limitò a mangiare solo sei semi di melograno, ignorando però che chi mangia i frutti degli Inferi è costretto a rimanervi per l’eternità. Persefone, dea degli Inferi e regina dell’Oltretomba, viene spesso raffigurata con un melograno in una mano ed una spiga di grano in riferimento alla madre Demetra, che passò lungo tempo alla sua disperata ricerca.

Eros

Il secondo elemento, il più piccolo dei tre, raffigura Eros.
Dio dell’amore, è secondo Esiodo uno dei più antichi dei, contemporaneo del Caos, della Terra e del Tartaro, e rappresenta la forza di coesione della Natura. Secondo altri è invece il più giovane degli dei, ed è rappresentato – soprattutto nei mosaici – come un fanciullo alato.
Sono suoi attributi l’arco, le frecce, la faretra, le fiaccole ed è portatore di doni come fiori, frutta e selvaggina a simboleggiare abbondanza e prosperità.

Ganimede

Il terzo elemento ci parla del mito di Ganimede.
La più antica forma della leggenda narra che Ganimede fosse il più bello dei mortali.   
Zeus, padre degli dei, se ne invaghì e, tramutatosi in aquila, rapì il giovinetto mentre questi pascolava le greggi e lo portò nell’Olimpo affinché servisse da coppiere a tutti gli dei e divenisse il suo amato.
Nelle opere d’arte antiche Ganimede è raffigurato  accanto ad un’aquila, abbracciato o in volo su di essa. Il giovane reca spesso nella mano una coppa, come nel nostro caso.

Ganimede - Ingrandimento

Confesso che ogni giorno passo almeno cinque minuti a rimirarmeli attraverso la lente di ingrandimento. La cura per i dettagli, l’abile uso di tessere nei toni tenui del grigio e del bianco, quasi a richiamare la plasticità delle autentiche statue greco-romane rendono questi elementi unici ed inimitabili.
Avete notato, poi, che i dettagli dei volti non sono realizzati con tante microtessere di vetro smalto ma sono stati delineati interamente su singole murrine?

Lo sfondo nero brillante su cui spiccano le figure dona ulteriore profondità e tridimensionalità agli elementi figurativi.
La maestria del micro mosaicista si esprime nella resa dei volumi e della morbidezza delle vesti.
Questi elementi databili al XIX secolo, provenienti da Roma sono perfetti per essere montati ad anello o a pendente. E perché no, un bravo gioielliere potrebbe anche vederci una parure di orecchini e pendente, abbinando qualche perla barocca per rendere l’insieme ancora più luminoso.
Lascio a voi la scelta e la fantasia. Nel frattempo, io torno ad ammirarli finché ancora sono qui con noi in negozio 😉

Misure:
Era/Persefone: 23 x 18 mm
Eros: ⌀17 mm
Ganimede: 25 x 18 mm

Prezzo:
Era/Persefone: VENDUTO
Eros: VENDUTO
Ganimede: VENDUTO

Guarda il VIDEO qui di seguito per vedere gli elementi in micromosaico come se fossi in negozio

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