Prospettive dal passato e… una domanda finale per voi!

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[ENGLISH]                                                                                  [FRANÇAIS]

Quando abbiamo trovato questa incisione siamo stati colpiti dalle sue piccole dimensioni (il diametro misura 8 cm), dalla forma rotonda e dall’importanza data alla profondità prospettica dell’immagine.
La finezza dei dettagli trae in inganno moltissimi dei nostri visitatori: ad una prima occhiata potrebbe sembrare infatti una miniatura dipinta a mano su carta.
Guardando con più attenzione si scopre che questo prezioso interno di cattedrale o chiesa è stato stampato a colori. L’unica traccia di intervento a mano è dato dalla lumeggiatura con gomma arabica di certi particolari.
Ma una stampa così piccola, oltre ad avere una funzione puramente decorativa, a cos’altro poteva servire?

Che potesse essere l’illustrazione di un libro ritagliata da qualche sventurato? Possibile, ma solitamente – seppur non sempre – simili immagini erano accompagnate da una qualche didascalia.
Che facesse parte di una serie di piccole stampe a tema che, se esposte insieme, avrebbero assicurato uno splendido risultato decorativo? Plausibile, ma le incisioni sono generalmente – anche in questo caso, non sempre – caratterizzate da dimensioni maggiori per essere ben visibili anche da una ragionevole distanza.
Che fosse un esercizio di maestria di un incisore? Possibile anche questa ipotesi.
Come per ogni oggetto che arreda il nostro negozio abbiamo svolto qualche ricerca e siamo venuti a capo del mistero.
Si tratta di una litografia a colori su disco in carta per poliorama panottico risalente al 1849. Una sorta di diapositiva rudimentale da inserire in un visore che, grazie ad un gioco di lenti, luci e prospettive, ne avrebbe esaltato il senso di profondità ottenendo un effetto molto realistico. Ma non solo, grazie alle lumeggiature in gomma arabica o a dei collage sapientemente eseguiti, era possibile ottenere per la stessa immagine una versione diurna e una notturna.

Photo ©: Dabrowski Stéphane CATALOGUE DES APPAREILS CINÉMATOGRAPHIQUES DE LA CINÉMATHÈQUE FRANÇAISE ET DU CNC
Photo ©: Dabrowski Stéphane CATALOGUE DES APPAREILS CINÉMATOGRAPHIQUES DE LA CINÉMATHÈQUE FRANÇAISE ET DU CNC

Che cos’era dunque il paliorama panottico? Questo strumento, semplificazione delle scatole ottiche del XVIII secolo e del diorama di Daguerre, è stato brevettato da un fabbricante di giocattoli e ottico, Pierre Henri Amand Lefort, il 21 febbraio 1849.
Prima di lui, il disegnatore parigino Auguste Louis Régnier aveva messo a punto un primo metodo per ottenere delle immagini “dioramiche”, metodo che sarà ripreso e semplificato da Lefort.
Lefort utilizzava delle litografie stampate fronte-retro ed uno strato di carta fine sul quale poteva incollare dei piccoli pezzetti di carta colorata. Le immagini erano a volte perforate, come nel XVIII secolo, e incorniciate con legno o metallo.
Data la fragilità della carta, abbiamo preferito proteggere l’interno di cattedrale con una bella cornice della stessa epoca.

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Photo ©: Mg/Antichità al Ghetto SAS

Prima di chiudere questo post, desidero lasciarvi con una domanda: qualcuno tra voi lettori riesce ad identificare a quale cattedrale o a quale chiesa possa corrispondere l’interno?
Un po’ per l’architettura rappresentata e un po’ per istinto, riteniamo possa trattarsi di un luogo francese, ad esempio la Basilica di Sant’Eutropio di Saintes presenta molte analogie. Ma no… siamo ancora lontani dalla risposta giusta!
Chi lo sa, potrebbe anche trattarsi di un luogo inventato, in ogni caso grazie in anticipo per chi vorrà aiutarci! 🙂